M A R C O . R A G A N A

Il lavoro di Marco Ragana si sviluppa attraverso la fotografia Polaroid, utilizzata come mezzo per esplorare il corpo e lo spazio domestico con una forza perturbante. Le sue immagini rompono l’associazione nostalgica legata alla Polaroid, trasformandola in un dispositivo sacrale e surreale. Al centro vi è sempre il corpo, soprattutto femminile: non anonimo, ma segnato da imperfezioni, desideri, stanchezza, ferite. Corpi veri, intensi, che si mostrano senza pudore in una dimensione teatrale e rituale. Le fotografie evocano atmosfere sospese tra intimità e inquietudine, rimandando tanto alla pittura antica quanto a interni fatiscenti, barocchi e desolati. I soggetti si muovono in spazi che sembrano al tempo stesso familiari e inquietanti, come appartamenti di provincia in cui si consumano rituali segreti, claustrofobici, fra desiderio e violenza, eros e soffocamento. In questi ambienti emerge una tensione implosa, un’umanità esausta e traumatizzata, che rivela la fragilità e la complessità del vivere. Le Polaroid di Ragana non offrono spiegazioni lineari: sono situazioni aperte che richiedono allo spettatore di completare il senso. Guardare queste immagini significa confrontarsi con l’alterità , con il fascino del disastro e del sinistro, con la possibilità che dietro l’apparente normalità si celino pulsioni oscure. In questo modo l’artista si configura come una sorta di Caronte contemporaneo, che accompagna il pubblico dentro un universo di riti, ossessioni e desideri inespressi, spingendo a riflettere sulla sottile soglia tra sacro e profano, intimità e rappresentazione.